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giovedì 16 ottobre 2008

Il diario del guanciale


Per motivi che mi sono sempre sfuggiti, alle scuole medie usa fare a italiano la forma lettera e la forma diario - che è un po' come fare la forma dell'acqua o dell'aranciata: una lettera o un diario sono, né più né meno, quel che l'autore decide che siano e non ci sono regole che li delimitino, salvo per le lettere ufficiali o i diari di bordo. Strano ma vero, molte antologie e perfino molti insegnanti si sforzano di spiegare le regole dei vari tipi di lettere e diari - giuro, si trova perfino gente disposta a spiegarti le caratteristiche della lettera d'amore, e qualcuno dà perfino l'aria di essere convinto di quel che dice.
Ad ogni modo il primo tema dell'esame può essere scritto in forma di "cronaca, lettera o diario" e non c'è dubbio che, anche se sono forme alquanto sfuggenti, vanno bene come tante altre per esercitarsi con la lingua scritta.
L'anno scorso i miei sventurati alunni han tenuto un diario: una volta al mese, per una settimana, tutti i giorni ci dovevano scrivere qualcosa - non necessariamente gli eventi della giornata, andava bene qualsiasi cosa gli venisse in mente. Per quella settimana non c'erano altri compiti scritti di italiano.
Qualcuno l'ha trovato divertente e mi raccontava i più curiosi dettagli della sua vita, qualcuno ci scriveva pensieri più o meno a ruota libera, qualcuno faceva dei resoconti delle sue giornate che non avrebbero sfigurato tra i verbali di un processo per omicidio per precisione cronologica e trasporto emotivo, qualcuno si barcamenava alla meno peggio, qualcuno lo usava anche come canale confidenziale con me... una ragazza ci si è piantata come un mulo nonostante avessi giurato e spiegato che non erano minimamente obbligati a scriverci proprio niente di personale. Nel complesso è stato interessante, e li ha costretti a produrre un congruo numero di pagine scritte (poi da me pazientemente corrette ma non molto commentate, perché credo che le riflessioni personali meno le commenti meglio è).
Avevano naturalmente letto il loro gruppetto di brani tratti da diari. Ma il problema, con i diari, è che quelli veri di solito non sono granché da leggere perché sono pieni zeppi di riferimenti interni incomprensibili, e quelli letterari, a parte le primissime pagine, hanno un senso solo inseriti all'interno di tutta la narrazione - e infatti quasi sempre si leggono inizi di romanzi a diario e qualche brano dal diario di Anne Frank (che è letterario pure quello, perché la povera ragazza lo scriveva e riscriveva come esercizio di scrittura, ed è un vero peccato che si sia dovuta limitare a quello).
Anne Frank l'ho lasciata per quest'anno, ma ci arriveremo tra qualche mese. Stamani invece, per la serie "Facciamo gli originali a tutti i costi" gli ho portato qualche brano dal Diario del guanciale di Sei Shonagon, dama di corte contemporanea di Murasaki Shikibu, ma molto più brillante e vivace di lei. Anche Murasaki teneva il suo bravo diario (ogni dama hejan lo teneva) ma a quel che ho capito era molto memo memorabile di quello di Sei.
Un po' straniti, i ragazzi si sono letti un elenco di situazioni che tengono in ansia, una lista di cose piacevoli da fare in un giorno di pioggia, il racconto di una serata di corte, la "commoventissima" scena dell'imperatore che saluta sua madre (davanti alla quale Sei piange come una fontana, tanto che le lacrime le lavano il trucco; e il trucco di una dama hejan NON è una passata di ombretto e un velo di cipria) e la "bizzarra" storia di un ufficiale di guardia che uccide il padre di umili origini e prepara le messe rituali per i defunti - vicenda per la quale, par di capire, non solo non piange nessuno, ma nemmeno si provvede a imprigionare il figlio o a sottoporlo a un qualche tipo di sanzione.
Diciamo che si sono confrontati con una sensibilità decisamente diversa dalla nostra.

2 commenti:

lanoisette ha detto...

uh, che bello!
quest'anno non ho italiano, ma mi piacerebbe molto avere riferimenti più dettagliati sul diario delle dame hejan... è bello far leggere ai ragazzi qualcosa di "inusuale" (io l'anno scorso, in seconda, ho provato a leggere degli stralci de "Il mestiere di vivere" di Pavese e i ragazzi ne sono rimasti molto colpiti)
me li manderesti via mail lanoisette@ymail.com
oppure me li scrivi qui così gli do un occhio anch'io?
grazie grazie :)

Murasaki ha detto...

Eseguito!