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giovedì 18 luglio 2013

Quando Essi Ci Guardano - Incontro con l'assessore


Nel Collegio Docenti di metà Maggio, la nostra amata Preside ci scodella di punto in bianco* la notizia che di lì a pochi giorni le prime medie incontreranno un assessore. Per quel poco che siamo riusciti a capire attraverso caute domande, lo fanno anche le quinte elementari. Corre voce però che le quinte elementari abbiano avviato regolamentare progetto e lavorato vari mesi intorno alla questione.

Sempre difficile decidere come regolarsi in questi casi. Proviamo a suggerire che, così all'impronta, forse sarebbe meglio mandare le seconde, meglio ancora le terze, che ormai di istituzioni sentono parlare da un po'; ma nessuno ci fila, né tanto né poco.
Prendo seriamente in considerazione la possibilità di mandare la Prima d'Ogni Grazia Adorna, cresciuta per un anno a hobbit, anelli magici, mele d'oro e frutta candita, a fare da tappezzeria senza spendere nemmeno uno dei pochi preziosi minuti di lezione rimastimi per preparare l'incontro. Ma per quanto la Preside sia stata inopportuna, resta il fatto che questa è la classica opportunità che potrebbe non ripresentarsi mai più per loro - in fondo un sacco di scolaresche nascono vivono e muoiono senza fare alcun incontro con alcun assessore. Inoltre St. Mary Mead è quel tipo di paese piccolo ma partecipativo che ha un rapporto piuttosto stretto con i suoi rappresentanti.

Per farla breve butto alle ortiche una delle ultime lezioni di grammatica e provo a vedere se riusciamo a preparare qualche domanda, come ci è stato chiesto.
Prima di tutto controllo se conoscono la struttura delle istituzioni del territorio (stato, regioni, province, comuni, frazioni). La sanno, o almeno la intuiscono d'istinto. Un po' di spiegazioni se ne vanno per le frazioni**. Hanno anche abbastanza chiaro il rapporto tra elezioni, partiti politici e assessori.
Un po' meno sanno sulle cose di cui si occupa un Comune - il che mi sembra abbastanza scusabile.
Le domande prendono forma abbastanza in fretta e sono per lo più del tipo "Come mai a St. Mary Mead non c'è questo e non c'è quello?". In particolare si lamenta l'assenza di un cinema, o teatro-cinema, e di svariate attrezzature per la scuola. Arrivati a quota quindici li fermo: "Basta così, siete tre classi, il tempo per le domande dovrebbe essere di un'ora, non credo che riuscirete nemmeno a farle tutte".

Due giorni dopo arrivo in classe dopo l'Incontro.
"Allora, com'è andata?" chiedo festosa.
"...'nsomma....".
Hanno il muso. Si sono sentiti scarsamente considerati e piuttosto meleggiati.
Mi spiegano che l'assessore gli ha fatto un discorsetto, ha guardato i video fatti dalla scuola ma ha piuttosto latitato sulle domande.
"Ha risposto soltanto alle nostre. Le altre due prime avevano due belle liste di domande, gliele ha fatte leggere ma non ha risposto. Anche a noi ha risposto solo alle prime sette. Anzi, non ha quasi risposto. Anche quando ci rispondeva non è che ci diceva molto. Parlava un po', e spostava il discorso. A volte ci diceva che non c'erano soldi, a volte era chiaro che non sapeva che dire. A volte non ci stava a sentire perché parlava con gli altri".
Nel complesso, è stato per loro un incontro deludente: la Prima d'Ogni Grazia Adorna è composta da ragazzi gentili e ben educati, ma non meno polemici e suscettibili dei loro coetanei.

L'occasione di incontro con l'assessore non era inevitabile. Non c'erano feste nazionali, ricorrenze europee, giornate mondiali dell'Armadillo Candito o del Cormorano Verde a imporla. Si poteva comodamente non fare, nessuno ne avrebbe sofferto e non per questo i ragazzi si sarebbero vista preclusa la possibilità di un proficuo e fecondo contatto con le Istituzioni.
MA, signori del Comune,
se proprio volete incaponirvi a fare certe cose,
allora, cazzo, fatele per bene. 
QUELLI sono i vostri elettori. Tra sei anni ve li troverete nella cabina con la matita copiativa in mano. E si ricorderanno che li avete fatti andare in Comune per cazzeggiarci un po' senza ascoltarli.
Era un'ottima occasione. Dovevate corteggiarli, blandirli, inzuccherarli, farli sentire partecipi e importanti. Dargli l'aria di prenderli totalmente e completamente sul serio. E non girare intorno alle domande. Dovevate trasmettergli l'idea che VOI siete persone pragmatiche e accorte, perfettamente consapevoli di quel che fate, dotati di grandi orizzonti ahimé tarpati dalla triste realtà dei tagli agli enti pubblici.
Insomma, avreste dovuto fare i politici.

*com'è abituata a fare. Credo che per lei il concetto di "programmazione" sia legato esclusivamente ai palinsesti televisivi (o forse anche radiofonici).
**del resto, qualsiasi insegnante di matematica può confermatlo: le frazioni possono rivelarsi un argomento critico, che necessita di spiegazioni molto accurate...

2 commenti:

la povna ha detto...

Non c'è niente di meglio, al mondo, della politica. Proprio per questo la cattiva politica, per di più in presenza di individui in formazione, suscita sempre in me indignazione pura.

Murasaki ha detto...

Assolutamente d'accordo. Tanto più che sarebbe bastato poco per farne PER LO MENO politica accettabile - che, coi tempi che corrono, è merce piuttosto rara.