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lunedì 18 novembre 2013

Quest'anello! Ma com'è possibile che l'abbia io?


Bilbo compie in modo istintivo due scelte che determineranno il futuro della Terra di Mezzo. La prima è risparmiare Gollum perché "non volle colpire senza necessità", la seconda è scegliere il futuro Portatore dell'Anello - e il tratto più notevole della seconda scelta è di farla senza sapere, almeno a livello conscio, che sta scegliendo qualcuno per qualcosa. E' il primo Portatore che regala l'Anello, e a sua volta Frodo, che dell'Anello è entrato in possesso in modo perfettamente legale, si dichiara più volte disponibile a offrirlo a persone che possano gestirlo meglio di lui (Gandalf e Galadriel che giustamente rifiutano inorriditi) e a chi secondo lui ne è il proprietario legittimo (Aragorn, in quanto discendente di Isildur che l'aveva vinto in battaglia, il che vuol dire rubato, al suo legittimo proprietario).
Frodo si rivela fin da subito la scelta migliore che Bilbo poteva fare - ed è stata effettivamente una scelta: Bilbo l'ha adottato, dopo diversi anni che lo conosceva, e ne ha fatto il suo erede. Non aveva particolare necessità di farlo: anche considerando che non voleva lasciare nemmeno uno spillo ai Sackville-Baggins, poteva comunque regalare le sue proprietà a chiunque altro. Ha scelto Frodo. E ha scelto di regalargli l'Anello perché non voleva più tenerlo per sé.

Il carattere di Frodo non viene mai descritto, nemmeno per quel poco che Tolkien descrive i suoi personaggi. Frodo, semplicemente, compare sulla scena e comincia a fare e a dire. Sin dall'inizio appare un individuo perfettamente centrato e non farà mai niente in contrasto con la sua personalità se non un paio di volte, verso la fine del Viaggio, quando l'Anello riuscirà in qualche momento a sopraffarlo. Accetta il suo destino con consapevolezza e lo segue con grande pazienza - ed è, invero, un destino decisamente perfido.
Secondo ogni logica le forze che gli si contrappongono dovrebbero schiacciarlo in cinque pagine scarse, ma contro ogni previsione e ogni ragionevole possibilità Frodo ce la farà, affrontando le sue scelte senza farsi molte illusioni né coltivare particolari speranze.

Quello che è uno dei migliori eroi della letteratura occidentale si distingue per un carattere dolce e affettuoso. Si affeziona a tutti, non porta rancore a nessuno (beh, a qualche orchetto forse un pochino sì. E magari anche a Shelob o agli Spettri dell'Anello. Ma non sembra pensarci molto, in effetti) e con garbo e cortesia, da pari a pari, parla con stregoni, dame elfiche di altissimo rango, principi elfici, re di Gondor e quant'altro di personaggi importanti incrocia sulla sua strada - e ne incrocia davvero parecchi. 
Giustamente ha molti amici, sin dall'inizio, e sono tutti amici disposti letteralmente a morire per lui - cosa che però lui non gli permetterà mai di fare. E non resta mai solo, nemmeno dopo che l'Anello viene distrutto, in quei terribili momenti in cui il mondo sembra letteralmente crollargli addosso, nemmeno quando dovrà abbandonare la Terra di Mezzo per andarsene a guarire al di là del Mare. Chiunque incontri Frodo ne resta incantato*, e perfino Gollum, vicino a lui, sfiora per un attimo la possibilità di redenzione - perché anche lui lo ama, alla fine, e vorrebbe risparmiarlo. Almeno un po'.

Il coraggio di Frodo non è molto appariscente - all'occorrenza mostra anche una certa dose di coraggio fisico, ma niente di spettacolare. E' un tipico coraggio hobbit: non permette a niente e a nessuno di farlo essere diverso da quel che è. Solo l'Anello, in uno sforzo supremo, riesce per un breve attimo a sopraffarlo; ma contro questo Frodo ha già provveduto da tempo, portandosi dietro, a dispetto di tutto e di tutti, il più scomodo e sgradevole antidoto di cui la medicina della Terra di Mezzo disponga - ovvero l'insopportabile Gollum.
E dunque Frodo, l'hobbit dolce e pacifico, cresciuto in mezzo agli agi e al benessere, riesce dove chiunque dei molti eroi di cui la Terra di Mezzo dispone non osa avventurarsi, dopo aver avuto la forza di sopportare stenti e privazioni di ogni tipo, perdendo perfino, alla fine della strada, la memoria di quel che è stata la sua vita.

Grandi ricompense alla fine non ce ne sono, ma immagino che essere Frodo Baggins sia comunque di per sé una ricompensa.

*Sì, certo, purché non sia un orchetto o uno spettro dell'Anello. C'è un limite a tutto.

7 commenti:

cautelosa ha detto...

Mi sa che dovrò decidermi a leggere quest'opera di Tolkien, prima che giunga ad un tale stadio di senescenza da non capire più nulla... *_^

la povna ha detto...

Frodo e Bilbo sono due antieroi splendidi, che Tolkien ha cavato dal cilindro in maniera davvero meravigliosa. Bella rilettura!

Aliceland ha detto...

Mutismo e rassegnazione. Così si potrebbe dire delle scelte di Frodo...o ciò che deve accadere accade (cit)

Linda_chi? ha detto...

Mi piace molto il fatto che i quattro giganti di questa bella storia siano, fisicamente, dei piccolissimi uomini, cioè mi piace il contrasto tra la loro statura morale e la loro statura fisica. Frodo sembra un santo, a tratti, uno che passa oltre il dolore per raggiungere uno scopo alto, e lo fa col suo piccolo, fragilissimo corpo quasi guidato dall'alto (o da Sam, che forse è un angelo buono messo al suo fianco).
Bello, poi, il fatto che sia Bilbo che Frodo, in modi diversi, siano stati compassionevoli nei confronti di Gollum, quasi passandosi, con l'anello, una sorta di generosa umanità. O forse questa era già lì, prima dell'anello. :)

Murasaki ha detto...

@ Cautelosa
Sì, lo scrivevi anche qualche anno fa. E il fatto che da allora tu non ci abbia nemmeno provato mi fa sorgere il sospetto che, al contrario, forse faresti meglio a scansarlo, e che qualcosa dentro di te lo sappia benissimo.
Coraggio, un sacco di gente non ha letto Tolkien e vive una vita felice e ricca di stimoli intellettuali ^__^

@la povna:
perfettamente d'accordo!

@Aliceland:
più che di rassegnazione io parlerei di accettazione. Gli hobbit hanno un modo tutto loro di accettare le cose per quello che sono.

@Linda
Viene da pensare che la compassione, in entrambi, si sia sviluppata A DISPETTO dell'Anello, ma in effetti, suo malgrado l'Anello potrebbe effettivamente averla amplificata. In fondo, come tutti i reagenti, l'Anello può tirar fuori dalle persone solo quel che c'è - e il suo problema con gli hobbit (tutti gli hobbit, Gollum compreso) è che sono del tutto disinteressati al potere, dandogli poco campo d'azione.

Pellegrina ha detto...

Invece a me Frodo è sempre sembrato noioso. Un signore molto perbene, agiato, un po’ indolente, senza grandi vedute né pensieri. o passioni. Solo l’amicizia un po’ adolescenziale per il trio e l’affetto per lo zio si stagliano su una passività di fondo. Non è stupido - il legame con Gandalf lo dimostra - ma diciamo che non “cresce” né gli interessa farlo. Come se l’anello agisse già su di lui. Sono le circostanze a tirarne fuori una fibra coerente e resistente.
Non sono mai riuscita a empatizzare con il suo travaglio, a maggior ragione con la sua incapacità di rivivere dopo il ritorno, quando il nemico è ormai distrutto e solo lui insiste a perpetuarne l’aspetto malefico.
Il suo averlo incorporato al punto di farsene distruggere anche lui non mi ha mai esaltato.
Il personaggio è costruito magistralmente, ovvio, ma non riesco ad appassionarmici.

Murasaki ha detto...

Non sei la sola a pensarla così, anzi sospetto che i Frodo's fan sa no una schiera relativamente ristretta.
Immagino che i personaggi, anche i migliori e meglio costruiti, debbano entrare in risonanza con i lettori. Frodo, a quel che sembra, entra in risonanza con pochi.