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sabato 29 luglio 2017

Haeretica - Sulle favole e la loro molto lodevole mancanza di sessismo

Frequentando vari siti e gruppi più o meno femministi ogni tanto mi imbatto nel grave problema del Principe Azzurro, e qualcuno (di solito, in effetti, qualcuna) spiega che alle bambine non andrebbero lette le fiabe tradizionali, dove si parla di principesse in perenne attesa del suddetto Principe Azzurro, ma andrebbero loro somministrate versioni alternative delle fiabe, dove il Principe Azzurro non c'è o dove la Principessa di turno non se ne interessa preferendo dedicarsi ad altre attività (e talvolta queste versioni alternative vengono anche raccontate nei dettagli, e a me hanno fatto sempre venire il latte alle ginocchia, ma vai a sapere).
Ora, lungi da me voler inchiodare le giovani promesse del futuro al mito del Principe Azzurro o deprivarle di storie in cui si interessano di altro che del Principe Azzurro; ma una fiaba è una fiaba e le fiabe non sono sessiste né propagandano in alcun modo un modello femminile dove la principessa sta perennemente in attesa di venire salvata da un Principe, azzurro o di qualsivoglia altro colore.
Certamente la maggior parte delle raccolte di fiabe per bambini è composto con un canone piuttosto ristretto di di fiabe che poi sono quelle scelte dalla Disney per i suoi film: Cenerentola, la Bella Addormentata, Biancaneve... la Bella e la Bestia (?), la Sirenetta, Rapunzel... Va poi aggiunto che queste fiabe sono state spesso pesantemente riadattate per propagandare un determinato modello femminile che per gli americani sembra sia l'unico proponibile. Di recente è stato poi inaugurato un filone in cui la principessa dichiara di non volere alcun principe, che se vogliamo è solo un altro modo per propagandare quel modello, anche perché tutti intorno a lei la trovano strana per questo suo rifiuto eccetera. E va pur riconosciuto che tenere un bambino lontano dai film della Disney è un impresa assai faticosa e di scarso profitto, analoga a tentare di svuotare il mare con un setaccio o spalare l'acqua con un forcone. E di questo si può pure parlare, ma è chiaro che con Disney qualsiasi bambino deve pur fare i conti.
Il vero problema è però che le fiabe proposte ai bambini sono quasi soltanto quelle scelte dalla Disney, e spesso anche le illustrazioni richiamano i film.
Detto questo, le fiabe sono molto più numerose di quelle scelte dalla Disney, e propongono una visione del mondo dove vige una notevole parità dei sessi, anche perché lavorano su archetipi, e gli archetipi non hanno sesso. E infatti quasi sempre la stessa storia viene raccontata al maschile e al femminile, in un gioco di rimandi molto affascinante.
Prendiamo Cenerentola, che conserva sempre lo stesso titolo che si richiama alla cenere. Perché Cenerentola sì, è la fanciulla che va al ballo e trova il suo principe... ma è prima di tutto la fanciulla negletta e trascurata da tutti, che vive nella cenere del camino. Ma poi si alza, si scuote la cenere, si mette il vestito buono e va al ballo, dove è talmente bella che nemmeno la sua famiglia la riconosce.


Cosa è successo?
E' un semplice caso di trasformazione alchemica: stando nella cenere la fanciulla è maturata, come un uovo di fenice.
E solo le donne godono di questa mirabile possibilità? Niente uomini-fenice?
Ci sono naturalmente i vari casi con tre fratelli, di cui il terzo è considerato un idiota e che poi sarà quello che troverà il tesoro e soprattutto sposerà la principessa. Ma c'è soporattutto  Ceneraccio, un personaggio molto comune nelle fiabe norvegesi: si chiama Ceneraccio, o meglio è soprannominato così (anche Cenerentola ha un nome, ma di solito non lo conosciamo) e fa proprio quel che fa Cenerentola: sta accanto al fuoco, nella cenere. Poi un giorno si alza, si dà una ripulita e parte per il mondo. Sposerà la principessa, si capisce (qui una delle tante storie dove è protagonista). Ed è di umili origini, al contrario di Cenerentola che è stata privata del suo status da deplorevoli vicende familiari; va anche detto che di solito Ceneraccio lascia il suo nido di cenere dopo la morte del padre, quando i fratelli, che di solito sono due, gli ordinano di darsi una mossa perché non hanno nessuna intenzione di mantenerlo vita natural durante mentre sta a covare nella cenere.

Si potrebbe osservare che il personaggio di Cenerentola si trova praticamente in tutta Europa (tanto che credo sia l'unica favola ad avere non solo un balletto dedicato, ma perfino una bella opera di Rossini) mentre Ceneraccio è confinato tra le fiabe norvegesi - o almeno, io l'ho trovato solo lì.
Tuttavia, anche senza cenere, il carattere di Ceneraccio è diffusissimo nelle fiabe: il figlio minore, non considerato dai due fratelli maggiori e nemmeno dal padre, che tuttavia sarà quello che riuscirà nell'impresa... e sposerà la principessa. Né sono rari i figli unici, a volte contadini e a volte principi, che si distinguono per il buon carattere e la gentilezza d'animo (ma non per un loro particolare amore per la cenere) e che sposeranno la principessa, talvolta liberandola da qualche terribile incantesimo che le ha trasformate in animali o in brutte vecchie. Questi principi sopportano stoicamente di venire sposati a tope (sì, tope), cornacchie, ranocchie e vecchiacce finché la loro pazienza non verrà ricompensata.
Esistono povere spiantate che sposano il principe? 
Certo che sì, ed è un caso molto comune. Figlie di legnaioli, contadini, mugnai, bottegai, che salvano il principe dal solito orribile incantesimo o anche lo aiutano quando è ferito o cose del genere. In effetti nelle fiabe c'è anche una certa parità sociale: principi e poveracci sposano la principessa, mentre principesse e poveracce sposano il principe, talvolta conquistando il consorte a prezzo di atti eroici, qualche volta limitandosi a seguire le istruzioni dell'aiutante magico e talvolta guadagnandosi lo sposo grazie all'intelligenza (nelle Fiabe Italiane c'è Caterina, per esempio, fanciulla di spirito assai pronto che riesce a seguire una serie di istruzioni una più impossibile dell'altra). 
Talvolta semplicemente queste fanciulle si prendono cura di un animale ferito o infreddolito - nei fratelli Grimm abbiamo Biancarosa e Rosella che accolgono addirittura un orso... che chiede asilo perché fuori nella foresta fa un gran freddo; e sì, un orso che parla e che ha freddo forse potrebbe far nascere qualche sospetto, ma naturalmente le due fanciulle e la loro cortesissima madre non sanno di vivere in una favola.
Va pur detto che mentre talvolta i maschi, principini o figli di mugnai che siano, se ne vanno via di casa spontaneamente per "cercare fortuna" le fanciulle, povere o nobili che siano, molto raramente si muovono di loro spontanea volontà. Ma Pelle d'Asino non è l'unica che scappa volontariamente, senza essere cacciata da qualche matrigna crudele, onde evitare l'incesto: diverse protagoniste, nobili e non, se ne vanno per cercare una nidiata di fratelli trasformati in animali selvatici da qualche madre/matrigna imprudente o malvagia, ma talvolta anche per rincorrere il loro animale preferito o qualche giocattolo che gli sfugge di mano (e qui Zeus avrebbe molto da dire a riguardo, perché le ragazze che gli piacevano spesso venivano da lui catturate proprio in questo modo) - e anche i loro corrispettivi maschili partono spesso per rincorrere qualche uccello dalle penne d'oro o cerve bianche o lepri o simili, senza avere una vera intenzione di partire. Talvolta si va a fare una commissione e si perde la strada, altre volte si va a fare una commissione ma la cosa si rivela più lunga del previsto: e certo, se ti mandano a Est del Sole e a Ovest della Luna puoi anche immaginartelo da solo/a che non sarà affare di due ore. E naturalmente c'è il caso di Gerda che parte per ritrovare il suo compagno di giochi - e se non partisse Kay sarebbe ancora a pasticciare con le lettere di ghiaccio, perché anche lì c'è un incantesimo molto potente da spezzare.

Le principesse sono sempre belle? Quasi sempre. Un po' più frequente è il principe brutto, di solito per colpa di un incantesimo - ma la storia di Enrichetto del Ciuffo ha parecchio da dire sull'argomento: lì abbiamo due regine brave ed esemplari che hanno partorito in un caso una principessa bruttissima ma assai sveglia e una principessa bellissima ma di una stupidità  davvero notevole, nell'altro un principino singolarmente orrendo. 
Qualche volta la ragazza (principessa o meno) si ritrova sposata a un mostro: e sarebbe interessante sapere se l'idea originaria è stata di Apuleio o se è molto più antica (come personalmente credo, perché anche in questo caso si tratta di una storia iniziatica);  comunque sia, viene il momento in cui il Mostro sparisce e la sposa, principessa o figlia di contadini che sia, si deve dare parecchio da fare per riprenderselo, ritrovandolo alla fine immerso in un sonno mortale:
tu dormi a le mie grida disperate
e il gallo canta, e non ti vuoi svegliare
ricordava la nonna di Carducci. Ma alla fine lui si risveglia; e insomma nelle favole ci sono anche i principi addormentati da svegliare.
A questo proposito va tuttavia ricordato un caso in cui fa una certa differenza se ad essere addormentato è il principe o la principessa: perché il protagonista talvolta trova la principessa addormentata, la mette incinta e se ne va (per poi tornare, naturalmente) mentre non mi ricordo di aver mai trovato un caso in cui la protagonista mette incinta il principe nonostante le mie folte letture fiabesche. In compenso abbondano i casi in cui in un matrimonio, diciamo così, dall'apparenza stravagante, è lo sposo che rompe un divieto ed è poi costretto a cercare la principessa per mari e per monti fino al lieto finale.

Dunque nelle favole eroi ed eroine sono più o meno in numero pari e se una bambina ne legge in abbondanza non per questo rischia di stramazzare sotto un modello passivo e insulso che si limita a stare alla finestra in attesa di chi la salverà, purché il genitore abbia cura di cercare favole al di fuori del canone disneyano - o almeno di cercare la versione originale delle favole in questione, giusto per dimostrare alla giovane creatura in formazione che intraprendenza e spirito di inziativa - oltre, si capisce, a una gran pazienza e a uno spirito assai caritatevole che la spinga a nutrire vecchietti affamati o ad aiutare animali in difficoltà - sono sempre qualità molto utili sia per maschi che per femmine, in particolar modo se ti ritrovi nei dintorni di Faerie.

Potrei a questo punto aggiungere in tono molto acido che di tutto ciò le antologie delle medie non sembrano fare gran conto, presentando di solito una serie di favole talmente insulse e piatte e sforbiciate che l'eventuale sessismo è davvero l'ultimo dei problemi che danno. Potrei, ma siccome sono buona e cara e dolce non lo farò: al massimo dedicherò un garbato accenno a questo aspetto della questione - praticamente un impercettibile messaggio subliminale.

24 commenti:

Ornella ha detto...

Cara Murasaki, non sopporto le ideologie di alcun genere ( sic) , ma quando se la prendono con le fiabe e pretendono di correggere quanto viene tramandato da secoli di sapienza popolare non so se fanno ridere o piangere.
È vero che il Disneyiesimo ha compiuto nefandezze immortali, saccheggiando e sminuendo e diluendo il senso di favole e miti ( non dimentichiamoci di Hercules e del dio Nettuno ), nonché istillandoci una falsa idea di mondo animale antropoformizzato e denaturalizzato....
Però anche 'ste femministe. E lasciamo leggere ai bambini le fiabe dei fratelli Grimm. Ne sentono e ne vedono di peggio su tutti i canali e per tutta la rete.

Melchisedec ha detto...

A mio parere un qualche condizionamento viene esercitato dalle fiabe, ma segue vie che sfuggono alle varie bandiere ideologiche e ai suoi analisti. La fiaba propone un suo immaginario, che sarà agganciato dal lettore della fiaba secondo i suoi personali bisogni, mancanze, desideri.

minty ha detto...

Propongo di sostituire al canone Disney quello delle Fiabe Sonore. Ché dentro ci ho trovato racconti che neanche sapevo esistessero! Principesse e figlie di contadini peperine comprese :D

Da bambina mia nonna mi raccontava una fiaba della serie "tre fratelli partono in cerca di fortuna e il minore trionfa". C'era un'inversione interessante, perché lì era il giovanotto a doversi sposare con una rana (anzi, con un rospo femmina). Che poi ovviamente diventava una ragazza bella e capace a far tutto. Pure molto più furba di lui.
Anni dopo ho trovato una versione della stessa fiaba nella raccolta di Calvino, ma molto semplificata. Raccontata da nonna in dialetto era tutta un'altra cosa! Peccato io non ne ricordi i dettagli, a parte una frase "rituale" che il ragazzo usava andando a trovare la sua rana-sposa, e che non saprei neanche ben rendere in italiano ^^

A proposito di antologie scolastiche. Da bambina la mia fiaba preferita me la leggeva mio padre, pescandola proprio da una sua vecchia antologia delle medie. Era un racconto di Capuana (anche lui grande scrittore di fiabe), credo in edizione integrale. Decisamente, altri tempi!

vanessa ha detto...

Ciao
Mi ricordo che da pre adolescente mi ero letta una splendida raccolta di fiabe del nord Europa e quelle di cenerentolo le ricordo bene.
Da che età consigli le fiabe originali?
Ti confesso che a mia figlia ogni tanto cambio le fiabe. Adesso ha 6 anni e non legge ancora. Spero non ci rimanga troppo male quando leggerà da sola il gigante egoista e riccioli d'oro... ne abbiamo fatto versioni moooolto creative :-) ma aveva due/tre anni ed erano troppo "violente".

Invece sui film Disney ti posso garantire che le principesse moderne sono molto più sveglie di quelle con cui siamo cresciuti.
Ho visto insieme alla mia bimba Biancaneve e a entrambe ha fatto venire il nervoso da tanto "dorme in piedi".
Abituate a Rapunzel e Frozen la povera Biancaneve fa proprio una magra figura : il ns riassunto: canta, lava e fa l'unica cosa che le dicono di non fare.

Comunque se hai suggerimenti per letture pre/lettura ben vengano.
A me da profana non stanno dispiacendo le versioni tagliuzzate di Geronimo Stilton o le sue storie originali (in effetti alle storie rimaneggiate preferisco delle storie nuove)
grazie!!
Vanessa

Murasaki ha detto...

@Ornella:
guarda, non potrei essere più d'accordo (anche se le fiabe di Disney tutti le abbiamo guardate e tutti le guarderemo, perché sono troppo belle)

@Mel:
Oh sì, le fiabe condizionano ma in modo tutto loro e diverso per ognuno di noi. Sono un genere narrativo molto forte.

@Minty:
Con me sfondi una porta spalancata: sono cresciuta con le Fiabe Sonore, ne ho imparate un bel po' a memoria e la leggenda di famiglia vuole perfino che abbia imparato a leggere con quelle, non so se per intervento dello spirito santo o in che altro modo. Erano ben raccontate, ben recitate e con delle splendide illustrazioni fatte a imitazione di pittori famosi (una splendida idea, secondo me) - ma soprattutto erano molto variegate, e alcune non le ho più ritrovate. Il mio grande amore per le fiabe credo sia nato proprio da lì ^_^
E che peccato che Calvino non abbia conosciuto tua nonna! Ha lavorato su quel che aveva, immagino. Ma il bello delle fiabe è che basta una nonna o un padre bravo a raccontare ed ecco che salta fuori qua e là qualche ritocco..
E sì, un tempo le antologie scolastiche erano fatte molto meglio, nella mia c'erano delle ottime fiabe e per niente sforbiciate.

(ancora adesso ogni tanto da sola canterello "parte fratello / in groppa al cammello" oppure "Toc toc, caprettini / toc toc son la mamma"; e qualche volta perfino in presenza di pochi amici molto molto fidati...)

@Vanessa:
Rapunzel non l'ho visto, ma Frozen senz'altro offre personaggi un po' diversi da quelli di Biancaneve o della Bella Addormentata...
Non so a che età vadano lette le fiabe "vere", ai miei tempi si leggevano e basta, credo. Per esempio alle elementari c'erano nella biblioteca di classe le Fiabe Italiane di Calvino, le prime due volte le ho lette lì. Ma in fondo le fiabe si possono anche cambiare e adattare per uso domestico, credo si sia sempre fatto...
Su Geronimo Stilton ci son o varie scuole di pensiero, ma quando ero bambina ho letto un sacco di classici in versione orrendamente falciata e tagliata, che venivano vendute alla luce del sole e nessuno ci trovava da ridire. Personalmente credo che vada letto l'originale o niente, ma alla fine non mi sembra che ci sia venuto gran danno da quelle versioni ridotte, e comunque se il lettore è contento... Per varie strade ho raccattato un po' di Geronimo Stilton per la biblioteca di scuola, e non mi sembra che morda. Sì, ufficialmente è roba per le elementari, ma vedo che piace anche dopo. Non lo compro, ma se me lo regalano lo prendo sempre molto volentieri :)

Eva ha detto...

Io ho un paio di magnifiche enciclopedie della favola e le fiabe italiane, raccolte da Calvino, che i miei mi hanno sempre letto ed anzi ero scocciatissima e lo sono tutt'ora per lo scempio disneiano (soprattutto su Pinocchio!!!)...ma tant'è e l'importante è semplicemente Leggere Prima le Originali.
Stupendo articolo...mi hai fatto venire voglia di rileggermi "pelle d'asino" e "Fantaghiro' persona bella" che è nella raccolta di Calvino😊

Murasaki ha detto...

@Eva:
Diciamo che lo studio Disney tende ad addomesticare certi aspetti...
Fantaghirò! L'avevo dimenticata. Mo' vado a rileggermela anch'io, è troppo bella ^_^
(Fantaghirò persona bella
ha gli occhi neri e dolce favella.
Oh madre mia, pare una donzella!)

Eva ha detto...

"Addomesticare" è proprio il termine "pulito" più adatto per chi è colonizzatore nel DNA..ed il mio NON è un complimento😬
Brava son contenta di averti fatto venir voglia di rileggere quella piccola fiaba.
La mia preferita resta quella che parla de "La Terra di Mai Mai"perché mi faceva venire una gran fame😊...poi in età adulta ho scoperto la fiaba più bella al mondo,scritta da Leonardo Da Vinci "La Carta e L'Inchiostro" tratta da Favole, foglio 3 rigo 27.....leggere per credere.Te la dedico di cuore.
Buona notte e grazie SEMPRE

vanessa ha detto...

Visto che siete super esperte... fiabe delle Dolomiti? Io ho un vago ricordo di Monti pallidi e della foto di copertina ma sarà del 1985 ... quindi grande boh su autore e casa editrice
Grazie!!!
V

Eva ha detto...

Daaai!!!Lo cerco da una vita!!!
"I monti pallidi" di Wolff C.F. è del 1936...ma non ho casa editrice,so soltanto che è di Milano..mentre magari potresti trovare più facilmente "l'anima delle Dolomiti"sempre DI Wolff del 1971....pubblicato a Bologna.Pure qui non so altro....e non ho mai rintracciato nulla.
Ho trovato comunque i miei libri del cuore (Fate di Alan Lee ed Albero&Foglia di Tolkien) nella bibliografia straordinaria di un libro "Mitico" di Dario Spada: "il piccolo popolo". Ho l'edizione originale del 1983,ma è stato ripubblicato pochi anni fa ed è straordinario.
Buona ricerca!

vanessa ha detto...

Ciao Eva! Che flash back
Il piccolo popolo me lo ricordo benissimo
Me lo avevano letto credo nel periodo in cui era uscito.
Per i monti pallidi sono sicura di averlo visto a casa dei miei genitori e non era sicuramente un'edizione del 36. Finite le vacanze cerco e ti dico!
(Scusa murasaki per questa invasione del tuo salotto).
Sempre più off topic: oggi vi pensavo.. ho visto degli affreschi del ciclo di Ywan , uno dei cavalieri della tavola rotonda... bellissimi e anche lì pezzi di fiabe "riciclati" in tante altre fiabe successive (ovviamente per me tutto molto nuovo ma se non erro madame murasaki sei un'intenditrice)
Ciao
V

Eva ha detto...

Ciao a te Vanessa. Siii mi interessano notizie su "i monti pallidi" grazie in anticipo!!
"Il piccolo popolo" è un gioiellino all'interno del quale ci sono tante belle leggende e si parla anche di "cerchi sul grano" con testimonianze antichissime.... Ma soprattutto ci sono alcune considerazioni di Dario Spada molto profonde,sulla natura ed il nostro approccio ad Essa ed alle sue Regole...assolutamente da leggere ai bambini😊
Aspetto info da Murasaki sugli affreschi cui fai accenno...Non li conosco ma immagino bellissimi😊È stato un piacere, ci "leggiamo".Ciao.Eva

Murasaki ha detto...

@Eva e Vanessa:
com'è noto non ho niente contro gli OT, ma questo non è affatto un OT!
L'editore dei Monti Pallidi è Mursia e dovrebbe trovarsi regolarmente in vendita. Dello stesso autore abbiamo "Leggende delle Dolomiti. Il regno di Fanes" sempre per Mursia, e "Fiabe e leggende delle Dolomiti", illustrato (bene, a giudicare dalla copertina) di Pina Ballario, edizioni Giunti, e anche questo è regolarmente in vendita, o così assicurano.
Attenzione a "Il piccolo popolo" perché è un libro INFIDO, che corrisponde a decine di libri diversi (mi ricordo perfino un romanzo di fantascienza). Quello di Dario Spada si chiama "Le creature del piccolo popolo" e l'ha ristampato Armenia nel 2007.
Io intanto mi segno tutto sul quaderno apposito e ci provo con le biblioteche. Alle fiabe delle Dolomiti non avevo mai pensato, giuro, ma non è mai troppo tardi per imparare.
(Le fate di Alan Lee non sono facili da trovare, ma forse con maremagnum...)

Per quanto riguarda Ivain o come altre centinaia di modi si scrive a seconda che sia inglese o francese o boh, fa parte del ciclo della Tavola Rotonda, che a modo suo è una gran raccolta di fiabe... e che ne ha prodotte davvero tante. Infatti adoro TUTTE le storie della Tavola Rotonda ^_^

Eva ha detto...

Mursia ha recuperato un sacco di testi trovabili...se non era per loro col cavolo che riscoprivo Anna dai Capelli Rossi😊!!
Buono a sapersi che hanno cambiato il titolo al libro di Spada, GRAZIE.
Visto Vanessa che la nostra Murasaki ci dava ulteriori "dritte"?
Grande ed
Ciao

acquaforte ha detto...

Non credo di aver mai letto e posseduto un libro di fiabe. Tutti i miei ricordi passano attraverso Walt Disney, la sua rilettura e relativo "addomesticamento", come Eva ripete (me la immagino sbuffante di sdegno 😤).
Però quando tu hai citato "Il piccolo popolo" come romanzo di fantascienza, ho realizzato che le mie vere "favole" sono state le edizioni di Urania, del molto meritorio Arnoldo Mondadori Editore. Mio padre amava la fantascienza, lui comprava ed io leggevo. E qualche vecchio libro si è salvato nel tempo, nonostante le tante vicissitudini e tanti traslochi. Tra questi c'è anche "Il piccolo popolo" di H.Beam Piper, una vecchia edizione del 1962, libro che rileggerò molto volentieri stanotte. È una bella favola che parla di un altro pianeta e di come gli uomini, ogni tanto, si dimostrano saggi nell'accettare e accogliere il diverso. Una favola, appunto.

Eva ha detto...

Acquaforte nuuuu non sbuffo sdegnata figurati ;-D
Adoro comunque il mondo Disney soprattutto quello del passato, con Dumbo, Alice, Cenerentola, La Bella Addormentata, Fantasia...
Questo "Piccolo Popolo" di H.Beam Piper mi sfugge....ecco perchè hanno cambiato titolo alla riedizione di quello di Dario Spada....poi c'è pure quello di Terry Pratchet!
Ad ogni modo buona rilettura...cullata dal soffio dei pioppi magari....beata te ;-)
Ciao

vanessa ha detto...

Grazie Mille a tutte. Purtroppo ho lasciato le Dolomiti e non sono riuscita a tornare in una splendida libreria che avevo adocchiato nel centro di Bressanone. Però mi segno tutto e ci provo in un'altra libreria di montagna (che secondo me ha tutto- è super fornita pur essendo dalla parte opposta delle alpi).

Invece se interessa questo è il link agli affreschi di ywan Ivan o ivain
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Rodengo
Buone vacanze e buone letture (sigh questa estate minimo storico di lettura)
Ciao
V

Eva ha detto...

Grazie a te Vanessa!!!
Figurati pure io minimo minimo storico...tante promesse mi son fatta ma il caldo atroce mi ha sconfitta...recuperero' col fresco...come sempre...Buone ferie anche a te😊

Murasaki ha detto...

@Eva:
Mursia ha un sacco di titoli in catalogo, e se si degnasse di stamparli in edizioni più piccole, accidenti a lei!!! Comprerei TANTO volentieri i libri di Anna dai capelli rossi, ma vorrei evitare una versione che mi prende mezzo scaffale, uffa!
Non credo che ci fosse un motivo speciale per cambiare titolo al tuo Piccolo popolo, ma a volte gli editori lo fanno, così, per il piacere di complicare la vita ai lettori - che è piuttosto seccante quando scopri che hai comprato due volte lo stesso libro...


@Acquaforte:
Non ci credo, qualcuno che ha letto il piccolo popolo in versione fantascienza! E adesso che so l'autore posso anche ricercarlo!
Lo lessi da bambina (sì, anche mio padre era appassionato e comprava gli Urania. Solo che ogni tanto faceva un repulisti e buttavia via quelli che non gli erano piaciuti, ed è sempre stato moooolto più selettivo di me, come gusti) ci piansi tanto quando i piccoli erano in pericolo... provo a ripescarlo, voglio vedere se mi fa la stessa impressione ora che sono una spietata e cinica adulta :) Ma sarei più pronta a lodare Mondadori se non avesse massacrato tutto senza pietà, gialli e fantascienza, per farli entrare in un formato standard. Odio le edizioni ridotte, ma poi è risultato che ne avevo lette una vera infinità senza nemmeno saperlo nonostante i miei avessero sempre cercato di darmi tutto in integrale.

@Vanessa:
grazie del link, ho il sospetto di esserci stata, in quel castello. O forse parlarono di portarmici ma poi siamo stati da qualche altra parte... in ogni caso il castello di Rodengo è molto famoso, i suoi affreschi anche... e non riesco a capire perché non me li ricordo assolutamente.

acquaforte ha detto...

Ebbene sì, la rilettura della favola dei Tuttopelo mi è piaciuta, non mi ha delusa. Perché i buoni vincono e i cattivi sono giustamente puniti. Un po'ingenuo forse, ma questa è la fantascienza che mi piace, quella che racconta di un mondo futuro migliore, positiva, come la immaginava Asimov e come Roddenberry l'ha filmata, per intenderci.
In famiglia sono io quella che fa repulisti; ogni tanto mi prende il trip e butterei via cose, libri, ricordi. Azzero, resetto, cancello. Salvo poi pentirmene. Fortunatamente vivo con un uomo che è un "raccoglitore seriale" e che riesce a salvare qualcosa. Così si è salvato "Il piccolo popolo" e qualcos'altro della vecchia fantascienza.
(Ti mando la foto della classica copertina di Karel Thorel, probabilmente è quella che ricordi.)

Eva ha detto...

...in effetti ho trovato nuove edizioni di Anna di Greengables in edizione economica,le vende Feltrinelli.... appena rintraccio la l'edizione te la segnalo...
Un saluto...evviva i libri!!

vanessa ha detto...

Evviva i libri! Anche io figlia di avidi lettori di Urania, ma quel piccolo popolo non lo ricordo (ero adolescente quando avevano fatto i primi "repulisti ")

@murasaki: non sapevo che il castello di Rodengo fosse famoso, ci siamo capitati per purissimo caso - ma proprio incrocio sbagliato e poi toh guarda, castello, gira qui. (Si noti il livello di preparazione della gita). Poi caso fortunato abbiamo finito di pranzare venti minuti prima della visita guidata...
E questa settimana i miei bimbi mi hanno concesso il bis con visita guidata al castello di Introd (nonostante i fumi del consorte).
Anche li eravamo a cazzeggiare nel parco sotto al castello quando è passata la guida dicendo che stava per cominciare il tour e mia figlia maggiore (di ben 6 anni) ha insistito per entrare - scelta ottima perché le mura ci hanno offerto un bel freschino in una giornata torrida
Buone vacanze e buone letture

Eva ha detto...

Cara Vanessa il Conte Mascetti queste le chiamava "le zingarate"...e sono anche le gite più belle😊
Grazie e buone ferie pure a te

Murasaki ha detto...

@Vanessa:
sono andata a guardarmi gli affreschi e ho scoperto che qualcosa ricordavo, ma la storia di Yvain la conosco soprattutto dal romanzo di Chretien e invece è piuttosto complicata e con diversi rami. Sarebbe davvero tempo per me di riprendere in mano i testi su re Artù. Appena mi passa il trip africano ci provo.